4 mesi, Catanzaro
- Il legno di Bali
I suoi avevano un negozio di artigianato etnico. Ci lavorammo insieme, per un mese dell’estate 2005. O meglio: lei ci lavorava. Io, anche se facevo la mia parte, volevo solo stare con lei. I primi sguardi, il primo bacio, i primi soldi guadagnati e spesi male. Tutte cose che sono rimaste. Come il legno di Bali: a distanza di quasi 10 anni, la mia stanza è un tempio balinese.
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- L’iPod
Lamezia-Roma, Roma-Amsterdam, Amsterdam-Bali. 20 ore totali. Per l’occasione mi regalò un iPod. Ascoltammo The Killers, Bloc Party, My Bloody Valentine e altra roba teen in shuffle, condividendo le cuffie per tutto il viaggio. Il significato delle canzoni, però, non l’abbiamo mai condiviso. Che ci vuoi fa’: ragazzi.
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- Il contratto
Quasi dieci anni più tardi mi manda una lettera. Il motivo della lettera è un contratto. Dove mi chiede di fare un figlio. Noi due, un figlio, ma in libertà: senza stare insieme. L’ha visto in un film, dice. Magari no, dico.
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- Qualcosa in più
Siamo stati la prima volta l’uno per l’altro. Anche se quando è accaduto non stavamo già più insieme. Era finita ma ci accordammo come per assecondare i vincoli contrattuali (funzionato una volta, funzionerà ancora, pensava lei) delle promesse, delle canzoni e delle lettere di qualche lunghissimo mese insieme.
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- Cosa vorresti dirle?
Dovresti mangiare di meno.
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